Tragedia Alluvione in Sardegna: il Papa si commuove

 
 

Dal sito dell’Unione Sarda

Papa Francesco è “profondamente commosso” dall'”immane tragedia” che ha colpito la Sardegna.

“Chiedo a tutti di pregare per le vittime, specialmente per i bambini”, scrive il Pontefice in un tweet inviato mentre nell’Isola si contano ancora i morti, i dispersi e si fa un primo bilancio delle devastazioni lasciate dal passaggio del ciclone. E in un telegramma al presidente dei vescovi sardi Arrigo Miglio, Bergoglio ha espresso una “affettuosa parola di conforto e di incoraggiamento” ai colpiti dall’alluvione in Sardegna e “auspica che non venga meno la solidarietà e il necessario aiuto per fare fronte a questo momento difficile”.

Ma è tutta la Chiesa italiana, intanto, che nella drammatica emergenza si mobilita per contribuire ai soccorsi. La Presidenza della Cei ha disposto lo stanziamento di un milione di euro dai fondi derivanti dall’otto per mille, “come prima risposta solidale alla tragedia che ha colpito nelle scorse ore il Nord-Est della Sardegna”. Per i primi interventi, anche la Caritas Italiana ha messo a disposizione 100 mila euro. “Le notizie che ci arrivano dalla Sardegna sono preoccupanti e la situazione resta di piena emergenza”, commenta il direttore nazionale don Francesco Soddu. Le Caritas diocesane della Sardegna si stanno coordinando e – dice il delegato regionale don Marco Lai – “oltre ad attivare aiuti immediati, di fronte a questa emergenza, una riflessione deve essere fatta sulla gestione del territorio”. Un duro atto d’accusa è quello del vescovo della diocesi più colpita, quella di Olbia-Tempio-Ozieri, mons. Sebastiano Sanguinetti, che oltre a descrivere lo stato d’animo di “grande dolore per le numerose vittime e per le persine che sono ancora disperse” e a sottolineare comunque come “la comunità stia reagendo in modo esemplare”, denuncia: “noi abbiamo rubato troppo; l’uomo ha rubato troppo alla natura – dice alla Radio Vaticana -; e la natura si riprende ciò che le è stato tolto”. “Le violenze fatte all’ambiente – prosegue mons. Sanguinetti -, i fiumi che sono stati chiusi, i corsi d’acqua deviati, le montagne che sono state disboscate… Le ferite che porta l’ambiente sono ferite molto gravi e noi dobbiamo, purtroppo, piangere a cose fatte i danni di un passato che molte volte è stato più predatore che custode e costruttore di un ambiente sano e amico dell’uomo”. Il vescovo chiama oggi sia alla “solidarietà” che alla “assunzione di responsabilità dal parte delle autorità, delle istituzioni”. La preghiera, dice, “illumini le coscienze degli uomini e di chi è chiamato a governare un Paese, una collettività e perché, attingendo a quelli che sono i profondi valori umani sociali, si riescano ad attivare quelle politiche che siano in grado di arginare fatti di questo genere