Il Maestro sta qui!

Cosa dice il Cuore di Gesù nel Tabernacolo?

NOLITE TIMERE…!
NON TEMETE…!

Ecco, questa è, anima amica del Tabernacolo, una parola caratteristica del Maestro.
In questi termini o in altri simili è ripetuta molte volte nel suo Vangelo.

Ed ecco, questa è anche una parola caratteristica del Tabernacolo.

Una parola caratteristica tanto del Maestro che del Tabernacolo che, ti dico sinceramente, la considero come patrimonio esclusivo del Cuore di Gesù. Cioè, solo Lui può dirla veramente con inalterabile sicurezza.

Entra in queste considerazioni che inizio qui, e vedrai che piacere puro e stabile riempirà il tuo cuore.

Radicati bene in questa affermazione rigorosamente esatta: “Il Cuore di Gesù mi comanda di non temere, ed Egli è l’unico che me lo può comandare”.

NON TEMERE!
E’ precisamente questa parola che ci è necessaria per la nostra debolezza.

Ciò che ci circonda, quello che ci accade, quello che soffriamo, quello che godiamo, ciò che è grande e ciò che piccolo, quanto ci è conosciuto e quanto ci è sconosciuto, l’amicizia e l’odio…tutto intorno a noi dice a suo modo: “temi!”.

Si, “temi!”, dice l’odio, “temi le mie ipocrisie, le mie vendette, i miei rancori”.
“Temi!”, dice l’amore, “temi le mie incostanze e il pericolo dei miei disordini”.
“Temi!”, dice il mistero, “temi le tenebre dei miei arcani e le terribili attrazioni di ciò che ti è sconosciuto”.
“Temi!”, dice ciò che è a noi conosciuto, “temi la pesantezza della mia prosaica esistenza e i difetti delle mie forze limitate”.
“Temi!”, dicono le lacrime di dolore e i sorrisi di piacere, visto che gli ultimi sorrisi si mescolano sovente con le prime lacrime….
“Temimi!”, dice perfino il nostro cure, che è a volte il più temibile dei nemici. Si, sembra che questo “temi”, che risuona costantemente nelle nostre orecchie, sia l’eco che viene da tutte le creature ed incontra la voce adirata del Creatore il quale maledice l’abuso che l’uomo fa di tutte esse con i suoi peccati.
Dicano quello che vogliono gli spiriti forti, ma nel fondo del cuore di ogni uomo c’è paura, come nel fondo o nella apparenza di quanto ci circonda c’è una minaccia.

A che riflessioni tanto distanti dall’oggetto di questi brevi tratti di conversazione davanti al Tabernacolo, ci porterà l’avvicinarci a questa profonda paura, con le sue cause, i suoi effetti e le sue manifestazioni!

VEDI ORA che portata ha questo: “NON TEMERE” detto da Colui che non sa, non vuole, non può ingannare!

Benedetta sia l’ora nella quale per la prima volta si aprirono le labbra dell’Uomo-Dio per lasciare cadere sopra il cuore atterrito e avvilito di tutti gli uomini, questo suo comandamento, dolce e soprannaturalmente capace di calmare ogni paura, : “NON TEMETE!”.

Si, si, puoi far comparire davanti a te tutto l’esercito delle cose che ti facevano tremare, le infermità del corpo, le afflizioni dell’anima, l’odio e le disaffezioni, la povertà e la calunnia, i capricci dell’amore, l’orgoglio della ricchezza e del potere, le oppressioni da parte dei grandi e il tormento che viene dai piccoli, il cielo con i suoi raggi e le sue tormente, il mare con i suoi abissi e le sue tempeste… far comparire tutto, tutto, per dirgli con la serenità di chi è vincitore: “agitatevi quanto volete, sappiate però che non vi temo più; so che potete ferirmi fino a farmi sanguinare, accorciare la mia vita a forza di sofferenze, indurire e diminuire il mio pane, seminare di spine il cammino della mia vita fino a mettere in tensione i miei nervi e in angustia di agonia il mio cuore…però vi ripeto: voglio obbedire a Colui che mi ha detto e mi dice: “NON TEMETE!”.
Non voglio temere!
So, infatti, che voi, miei agenti perturbatori, vogliate o non vogliate, non potete smettere di essere sudditi di Lui e suoi messaggeri, e perciò se Egli a me comanda di non temervi, a voi comanderà, o vi imporrà con la forza, se serve, che non mi facciate nè più nè meno che ciò che Lui vuole o vede come conveniente per me.

E così, sappiatelo, spine che mi potreste pungere, che per lunghe che voi siate, non trapasserete i miei piedi e la mia carne neanche di un millimetro in più di ciò che Egli comanda e che a me conviene.

Comprendi ora alla luce di questa dottrina, la gioia dei martiri in mezzo ai loro tormenti, il giubilo dei santi in mezzo alle afflizioni e alle calunnie, la pace inalterabile delle anime giuste nonostante le contraddizioni che il mondo, il demonio e la carne suscitano loro?

Leggi tutta la Santa Scrittura e sempre vedrai praticata la stessa serenità davanti al dolore.
Sempre incontrerai il giusto che al veder levarsi contro di sé guerre ed eserciti, mille nemici a destra e a sinistra, dice a tutti essi con la serenità di chi è certo di trionfare: “Il Signore è la mia luce e la mia salvezza chi dovrò temere?”.

Ti rendi conto, anima sospettosa, timida, scoraggiata davanti al fracasso e alle minacce dei tuoi nemici esteriori ed interiori, ti rendi conto bene di ciò che dovresti rispondere…?

Ti rendi conto di quale sia il tuo posto in questa battaglia giornaliera a volte contro piccoli nemici, a volte contro nemici terribili e costanti?

IL TABERNACOLO!

Va di mattina a metterti molto vicino al Signore, tua luce e tua salvezza, va con la frequenza che puoi nelle altre ore del giorno e con l’orecchio attento al “NON TEMERE” che ti dice da li dentro e con la vista fissa nei tuoi nemici, con gesto di sfida dì loro: “di chi avrò paura?”.
E sta sicura che, fidandoti di Lui e stando con Lui in comunione di amore, nulla e nessuno di farà temere.

Però ascolta e non dimenticare: se tu rompi la tua comunione di amore con il Signore presente nel Tabernacolo e cominci a cercare la tua luce e la tua salvezza in altri luoghi o da altri dei, allora povero te!
“Il timore e la paura verranno sopra di te e ti avvolgeranno di tenebre”.

Infatti fuori del Tabernacolo chi ha autorità di imporsi al tuo grande nemico e chi ti ama tanto da mettere la sua autorità a tuo servizio?

Pertanto devi ricordarti che nel mondo non si udì mai prima la parola “ho paura”, finchè non venne pronunciata quest’altra: “ho peccato”!

Così come la stesso Spirito Santo che dettò le parole: “Una luce spuntò per il giusto e la gioia per i retti di cuore”, ispirò anche queste altre: “non c’è luce per gli empi…”.
Cuore di Gesù Sacramentato, luogo del mio rifugio, nido della mia pace e porta della mia salvezza, conservami così puro e così vicino a Te, che stia costantemente nella disposizione di non aver timore di nulla e di nessuno, affinché mai dimentichi che il tuo tabernacolo è l’unico luogo della terra nel quale non si conosce nè si prova dolore…
+ Manuel Vescovo di Olimpo
(Beato Manuel Gonzales)